domenica 20 febbraio 2011

PAROLE PAROLE PAROLE... E SI' CHE L'AVEVAMO DETTO...

Subito dopo la partita vinta contro l'Inter, avevamo messo in guardia, per quanto ci è possibile, l'ambiente bianconero ricordando il precedente della scorsa stagione. Non è di certo necessario conoscere il pensiero di Giambattista Vivo (quello dei corsi e ricorsi storici) o sapere che historia magistra vitae est, per realizzare il pericolo di un rilassamento mentale dopo la vittoria contro i nerazzurri. Invece, anche quest'anno, nonostante la rivoluzione estiva, si è pensato di aver superato tutte le difficoltà e che il campionato fosse in discesa. In settimana, anche oggi, abbiamo sentito tante parole, quelle di Delneri di ieri ("Il rischio è di dare tutto per scontato") e quelle di Melo nel prepartita ("Dobbiamo entrare in campo concentrati e caricati") che suonavano come un pericoloso campanello d'allarme che è suonato senza che nessuno facesse qualcosa per farlo tacere. Le partite si vincono in settimana quando in ogni allenamento si deve pensare allo scontro della domenica, concentrandosi su quello che si deve andare a fare in campo. Si sente parlare di approccio sbagliato, squadra presuntuosa e senza carattere, realizzando un'analisi corretta. Peccato che queste parole arrivino da chi, Delneri, è il responsabile tecnico dei giocatori: chi deve dare mentalità, spirito e identità al gruppo? Tutti devono darsi una svegliata perché la partita di oggi è stata ingiustificabile, frutto di una squadra, oggi, senza dignità e senza onore. Un'immagine su tutti: le telecamere di Sky, in occasione dell'azione che ha portato all'espulsione di Buffon, hanno inquadrato Aquilani che a cinque metri dal diretto avversario è impegnato a pettinarsi...

ORA NON FACCIAMO COME L'ANNO SCORSO


5 dicembre 2009, allo stadio Olimpico di Torino, Juventus batte Inter 2 a 1 grazie a una rete decisiva e stupenda di Claudio Marchisio. A distanza di un anno e tre mesi, la storia, come da tradizione, si ripete. Ora l'importante è non emulare l'andamento successivo alla vittoria sull'Inter, perché l'orgasmo collettivo bianconero di ieri sera non deve fare dimenticare che mancano ancora tredici battaglie con trentanove punti in palio che possono portarci in Champions. Un anno fa la squadra di Ferrara credette che tutti i problemi fossero stati ormai superati, staccò mentalmente la spina ed entrò in un circolo vizioso da cui non si seppe più riprendere andando a battere tutti i record negativi della storia bianconera. Ora non bisogna non bisogna smettere di schiacciare sul pedale dell'acceleratore, pensare che tutto sia stato risolto grazie a una vittoria che dà sicuramente morale, permette di lavorare con maggiore tranquillità, ma che non catapulta la Juve in Champions. Il più deve essere ancora fatto, la vittoria di ieri regala sì slancio ed entusiasmo, ma bisogna andare a Lecce a vincere per continuare la marcia sapendo che in Salento De Canio sta creando un clima velenoso intorno alla partita. 

EH GIA', SIAMO ANCORA QUA

Vasco Rossi è un mito, un'istituzione della musica per tanti, me compreso, ma ha un grande vizio: è interista. Ci permettiamo però lo stesso il lusso di rubargli le parole della sua ultima hit. Eh già, noi juventini siamo ancora qua, nonostante Calciopoli e gli errori/orrori della precedente gestione. Siamo ancora qua ad attendere con ansia Juventus - Inter, la partita delle partite, dopo una settimana di polemiche e provocazioni lanciate da casa Inter. Siamo ancora qua a dimostare agli interisti che cos'è la Juventus e cosa significa il suo stile, a ricordare a Materazzi il 5 maggio (peccato che stasera non sia in campo, con lui avremmo vinto facilmente, ma Leonardo, come Mou, non è un pirla), a non dimenticare Calciopoli nonostante per qualcuno sia un argomento stancante e che dà noia. Per uno juventino che vive a Milano, in provincia a essere sinceri, come me, questa partita assume significati particolari perché si hanno parenti o amici nerazzurri, ma soprattutto perchè abbiamo vissuto in trincea questi cinque anni. Abbiamo visto l'Inter vincere, ma Moratti e Materazzi non hanno mai vinto per loro o solamente per loro, ma contro qualcuno. E quasi sempre, quel qualcuno è la Juventus. Pensate a chi il 5 maggio piangeva in campo dicendo ai laziali "vi ho fatto vincere l'anno scorso" e che a Madrid, appena conquistata la Champions, sfoggiava una maglia contro i juventini. E'stato simpatico, disse Moratti. Noi non vogliamo essere simpatici, noi bianconeri vogliamo essere antipatici, vincenti e additati come ladri. Perché per l'Inter noi siamo questi, nonostante le verità di Napoli: guai a toccare a Facchetti, un santo per i nerazzurri. Guai far notare i comportamenti sleali di un morto. Siamo ancora qua a giocarci questa partita nella speranza che dall'anno prossimo ritorni a essere quello che è stato sempre per noi bianconeri: la partita più fastidiosa nella marcia verso lo scudetto, ma non la Partita. Con l'augurio che possa finire come è successo già 53 volte (contro 10) a Torino. Con la Juventus vittoriosa.

CARE FIGC, LEGA E AIA, ABBIAMO UN PROBLEMA

Smaltita la rabbia e la delusione per l'arbitraggio di ieri sera e l'ennesima sconfitta, si può commentare a freddo l'operato dei fischietti italiani nei confronti della Juventus. E' sufficiente analizzare l'ultima settimana che ha visto i bianconeri scendere in campo tre volte, due in campionato e una in Coppa Italia. Partiamo proprio dalla partita di giovedì scorso. All'87', sul risultato di uno a zero per i giallorossi, viene negato un solare rigore a Del Piero per una evidente trattenuta di Mexes. Arbitro Damato. Domenica scorsa la Juventus è impegnata in una delicata sfida di campionato contro l'Udinese. A Krasic non vengono fischiati tre evidenti falli non punendo, di fatto, con l'espulsione Domizzi. Arbitro Giannoccaro. I fatti di ieri sera sono noti a tutti, almeno due rigori clamorosi non assegnati ai bianconeri. Arbitro Morganti. E' evidente che cambiando i fattori o gli addendi, ovvero i direttori di gara, il risultato non cambia: Juve decisamente penalizzata. Del Neri e Marotta si sono lamentati sostenendo che i bianconeri stanno pagando la loro battaglia su Calciopoli. Di fatto, a corrente alternata, sono cinque anni che la Juventus ha un enorme problema con il mondo arbitrale, non si sente tutelata e ha la sensazione, divenuta quasi una certezza, che nel dubbio si fischi contro i bianconeri. E' una questione che investe Federazione, Lega e Aia che non deve assolutamente essere imputata a sfortuna o cattiva condizione degli arbitri. Abete, Beretta e Nicchi, in collaborazione con Braschi, non possono foderarsi gli occhi di prosciutto, ma affrontare la realtà e risolvere finalmente questa ferita. Dubitiamo però che ce ne siano le capacità e la volontà. Come si fa a mandare Morganti dopo quello che accadde in Napoli Juventus di tre settimane fa? Se poi andiamo indietro con la memoria, ci ricordiamo di un Palermo - Juventus dell'aprile 2008, terminato 3 a 2 per i padroni di casa (doppietta straordinaria di Amauri e gol nel finale di Cassani) e ricco di polemiche arbitrale. indovinate chi diresse la gara? Esatto, Morganti. Ora speriamo di non assistere al classico rimedio all'italiana, la compensazione, ma ci auguriamo di vedere fischietti che arbitrino con tranquillità. Nessuno li ha mai rinchiusi nello spogliatoio.

mercoledì 2 febbraio 2011

CARI ANDREA E BEPPE, VI FACCIAMO I CONTI IN TASCA

Due giorni dopo il finale concitato di calciomercato conclusosi con l'acquisto di Alessandro Matri è arrivato il momento di fare i conti. Prendete una calcolatrice e seguiteci. Innanzitutto, partiamo proprio dall'ultima operazione. Abbiamo letto di tutto e di più. "Ci è costato 18 milioni, più di Pazzini", affermazione decisamente da smentire. Basta prendere in mano il comunicato con cui la Juventus ha reso noto l'acquisto. Matri è stato acquistato in prestito oneroso, pari a 2,5 milioni da versare nel corso del corrente esercizio, mentre il diritto di riscatto, non obbligo, è fissato a 15,5 milioni pagabili in tre anni. Nel contempo, è stata ceduta la seconda metà del cartellino di Ariaudo che, guarda caso, è stata valutata in 2,5 milioni generando anche una plusvalenza. In definitiva, il prestito di Matri non costa un euro alla Juve, mentre i 15 milioni, che come ammesso da Marotta possono essere trattabili e abbassati con l'inserimento di altre contropartite tecniche. Allargando il discorso, prendendo spunto da una tabella apparsa su Juvelive.it ad opera di Graziano Campi e ripresa anche dal blog "Uccellino di Del Piero", possiamo entrare nel merito da quanto affermato da Andrea Agnelli durante la conferenza stampa di sabato scorso. Da questa tabella si evince che il costo annuo di Amauri era di 12 milioni, una cifra spropositata se relazionata al suo valore e rendimento, Sissoko 7, Tiago quasi 9, Iaquinta 8, Grosso 6 . Tutti giocatori ereditati dalla precedente e sciagurata gestione economica e sportiva di Blanc e Secco: in sostanza tutti i giocatori acquistati sono stati strapagati. E Martinez "come si fa ad averlo pagato 12 milioni"? Be', l'uruguaiano all'anno costa 6 milioni, un po' di più rispetto a Grosso, mentre gli altri acquisti targati Marotta hanno il giusto impatto sulle casse bianconere: Bonucci, 8, Storari 4 milioni mezzo, idem Barzagli 445, Krasic quasi un milione, Toni 4.  Bene, sono tutti giocatori il cui rendimento è il più proporzionale possibile al loro rendimento. Capiamo allora che cosa intende Andrea Agnelli quando sostiene che sarà sufficiente movimentare correttamente i 170 milioni, costo annuo della macchina Juve, per trovare le risorse da investire per il mercato comprando ottimi giocatori. Un esempio? Via Amauri e Iaquinta, 20 milioni risparmiati da investire su un grande calciatore, un campione. Via Sissoko e Tiago, 16, ed ecco un ottimo centrocampista. Certo, il gioco non è poi così semplice perché vanno convinti i giocatori a cambiare società, ma abbiamo capito meglio come funziona il mercato e quali sono le leggi economiche che lo regolano senza essere populisti o qualunquisti.