venerdì 18 gennaio 2013

Forte coi deboli, debole coi forti


La sentenza di secondo grado con assoluzione di Grava e Cannavaro, ma soprattutto la restituzione al Napoli dei due punti di penalizzazione sono argomenti che fanno discutere e che hanno fatto gridare alcuni allo scandalo. Come hanno fatto i giudici a smontare quanto richiesto da accusa e accettato in primo grado? Tutto dipende da due passi indipendenti ma strettamente connessi. Grava e Cannavaro sono stati assolti dall'accusa di omesssa denuncia, per Gianello si passa da violazione dell'articolo 7 (illecito) a quella degli articoli 1 e 6 (sleatà sportiva e divieto di scommesse). La reponsabilità oggettiva nei confronti del club da una penalizzazione in punti viene quindi comminata in una multa di 50mila euro. In definitiva, viene quindi smentito Gianello, non è stato proposto nessun illecito sportivo, è stata tutta una bolla di sapone che si è vaporizzata.
Questa è la storia dal quale si possono trarre indicazioni. Come diciamo da mesi, la responsabilità oggettiva deve essere profondamente corretta e sottoposta a un processo di correzione. In secondo luogo, entra ancora in ballo il discorso dei pentiti rei confessi una volta che sono stati scoperti. Senza nessun riscontro, la loro parola può essere considerata frutto d'immaginazione e figlia di una volontà di allegire la propria posizione alla ricerca di qualche sconto che Palazzi proporrà (è quanto più o meno detto dal Tnas nel lodo Fontana).
Una vicenda, quella del Napoli, che se paragonata a quelle vissute quest'estate da diversi personaggi, ma soprattutto da più club lascia davvero sgomenti e col pensiero che a squadre come Torino, Atalanta, Siena e Sampdoria sia davvero una porcheria. Senza, ovviamente, dimenticare Conte e tutti i tesserati accusati solamente sulla base di parole di pentiti.
Una giustizia sportiva forte coi deboli, debole coi forti? Verrebbe da rispondere di sì. In fondo è lo stesso atteggiamento da parte dei media: innocentisti per quanto riguarda il Napoli (e sulla Lazio sono già partiti i primi colpi di cannone), colpevolisti per Conte e indifferenti per i deboli. E tra questi, dal 2006, mettiamo anche la Juventus e i suoi tesserati: il principio d'iinnocenza per i bianconeri non vale, fa più rumore, riempie giornali, addombrare nuvole nere all'orizzonte e farsi guidare dalle proprie pulsione creando quel "sentimento popolare" che resta una mostruosità.
Per quanta riguarda il campo, aspetto che dovrebbe contare di più, la felicità per un Napoli nuovamente con i punti conquistati è viva (il club pagava colpe non sue) e la certezza è che vincerà il migliore. 

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