mercoledì 20 aprile 2011

L'ORA DELLE SCELTE. BOAS, MANCINI O MAZZARRI?

E così ci risiamo. Come ogni stagione, a parte il primo anno di Claudio Ranieri sulla panchina bianconera, arriva il momento in cui si saluta l'allenatore di turno per affidare la guida tecnica a un altro uomo. Questa mancanza di continuità spiega in parte i perchè delle difficoltà incontrate dalla Juventus, ma è il frutto di scelte sbagliate, del tutto o in parte, quando si nomina l'allenatore. La decisione che Andrea Agnelli, Beppe Marotta, Fabio Paratici e Pavel Nedved devono prendere in questi giorni, sempre che non l'abbiano già presa, è di fondamentale importanza per il futuro bianconero perché è arrivato il momento di scegliere un uomo cui affidarsi per i prossimi anni. Come scriveva Gino Paoli nella sua canzone Quattro amici al bar, si è partiti da tanti, tantissimi nomi, ma ormai dovrebbero essere rimasti in tre: Walter Mazzarri, Roberto Mancini e Andrè Villas Boas, tutti giovani, uno giovanissimo, e nel momento giusto per arrivare a Torino. Quello che deve avere il nuovo allenatore è la mentalità vincente e la capacità di tirar fuori dai giocatori qualcosa che nemmeno loro sanno di avere. Mazzarri ha dimostrato di possedere queste carattestiche, ha fatto miracoli alla Reggina e sta facendo molto bene a Napoli. L'unica perplessità è sul modulo: la scorsa estate lo staff dirigenziale aveva modellato la squadra su un reparto a 4, se dovesse arrivare Mazzarri bisogna acquistare qualche difensore centrale. Mancini non ha un modulo preferito, usa la difesa a 4, nel suo curriculum vanta tante vittorie, ma va ricordato che la maggior parte di esse le ha vinte dopo Calciopoli quando l'Inter non aveva grandi rivali. E poi c'è l'ipotesi più affascinante: Andrè Villas Boas. Con i suoi trentatré anni è più giovane di Del Piero e più "vecchio" per qualche mese di Buffon, ma nella sua carriera ha dimostrato personalità, carisma e idee ben precise. Il suo è un calcio divertente e spettacolare, basato su una difesa solida: dietro Mourinho, c'era lui con le sue idee tattiche. Potrebbe essere lui l'uomo cui affidarsi per iniziare una nuova era, ma ci vuole coraggio, lo stesso che ebbero Gianni Agnelli e Giampiero Boniperti quando trent'anni fa scelsero prima Armando Picchi e Giovanni Trapattoni come tecnici della Juventus.

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