mercoledì 20 aprile 2011

NUMERI FALLIMENTARI

Dodici mesi fa nessun tifoso bianconero avrebbe immaginato di trovarsi nell'identica posizione della scorsa stagione. Si invocava il cambio di dirigenza, si invocava Andrea Agnelli, salito poi al trono presidenziale, si voleva la testa di Blanc e Secco, depotenziato il primo mentre l'altro è stato cacciato, si chiedeva un direttore generale, è arrivato Beppe Marotta, ma la Juventus settima era e settima è. Per fare un viaggio dentro la crisi della squadra bianconera partiamo dai freddi numeri. Dopo 33 giornate, Ferrara prima e Zaccheroni poi avevano raccolto 51 punti, frutto di 15 vittorie, 6 pareggi e 12 sconfitte, realizzando 44 reti e subendone 37. A oggi, dopo la rivoluzione estiva, Delneri ha messo in cascina 52 punti grazie a 14 vittorie, 10 pareggiate e 9 sconfitte, andando a segno in 50 occasioni ma vedendo per 40 volte gli avversari in rete. Quasi indentico l'andamento in casa, mentre la squadra di Ferrara-Zaccheroni in trasferta era molto più fragile. Quasi sicuramente Del Piero e compagni finiranno la stagione con più punti visto che l'anno scorso si realizzò un magrissimo bottino di 4 punti in 5 partite subendo 19 reti infangando la dignità dei colori bianconeri. Numeri che quindi contrastano con l'ottimismo di Delneri e che fanno echeggiare, ancora una volta, la parola fallimento abbinata a preliminari di Europa League. Da qui si deve partire per analizzare la stagione della Juventus per capire che cosa debba essere salvato e che cosa invece debba cambiare. Un aspetto comune è la perdita del Dna vincente che le squadre pre Calciopoli, con qualsiasi allenatore in panchina, aveva dimostrato di possedere: da Ranieri a Delneri, la Juventus ha fallito le occasioni per agguantare un treno che passava davanti agli occhi. Ultimo esempio l'andamento della partita di ieri pomeriggio a Firenze quando la Juventus è entrata in campo con un atteggiamento passivo. Come si può cambiare questa china pericolosa da cui non si sa più uscire? Prendendo giocatori di forte personalità, leader tecnici e mentali, in grado di trainare tutti i compagni senza dimenticare che la mentalità vincente viene trasmessa da società e da allenatore. Per questo non si può essere soddisfatti del lavoro di Delneri, pur rispettandolo totalmente, e bisogna cambiare ancora pagina.

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