mercoledì 10 novembre 2010

L'IMPORTANZA DEL CINISMO

La trasferta di Brescia rappresentava la classica buccia di banana sulla quale si poteva scivolare rumorosamente. Tante le assenze in casa bianconera che hanno costretto mister Del Neri a puntare sempre sugli stessi undici e i risultati si sono visti: squadra poco brillante come mostrano, particolarmente nel primo tempo, i tanti appoggi sbagliati e la poca intensità messa in campo. Una Juventus che ha affrontato questa difficile partita cercando d’imporre il proprio gioco basato su fraseggi brevi e aperture sulle fasce. Effettivamente nella manovra offensiva si sono viste cose buone anche se, probabilmente per via della stanchezza, la palla non girava velocemente. Squadra che è andata meno bene sotto l’aspetto difensivo e qui gli accusati sono soprattutto Motta, spesso infilzato da Diamanti, e Sissoko spesso fattosi trovare fuori posizione lasciando la difesa senza filtro. Peccato perché il gol di Quagliarella aveva illuso su una vittoria che sarebbe stata fondamentale in ottica classifica permettendo alla Juventus di seguire da vicino il Milan e il Napoli vittoriosi rispettivamente contro Palermo e Cagliari. Si dice che il campionato si vince attraverso queste partite insidiose ed è vero, ma, vedendo il bicchiere mezzo pieno, due anni fa, l’anno scorso non conta, queste partite sarebbero state perse. Cosa manca allora? Qualche disponibile in più, il cinismo che tante partite ha fatto vincere alla Juve di Capello. Quella squadra sapeva far passare le sfuriate delle avversarie che, come il Brescia d’oggi, disputavano un primo tempo a ritmi elevante per poi calare inevitabilmente. Ecco, la Juve di Capello dopo essere andata in vantaggio non si sarebbe fatta riprendere chiudendo immediatamente su Diamanti. Anche se, onestamente, il giocatore toscano ha inventato un eurogol. E ora sotto con la Roma che è in piena salute e si è riportata nei pressi della vetta. Occorre vincere per restare in alto.

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